[FanFiction Contest] Untimely – Krees

Untimely

 

Armin sta andando a spendere la sua paghetta in videogiochi quando una tipa gli salta addosso.
L’abbraccio travolgente lo costringe a fare qualche passo indietro per non perdere l’equilibrio. Corti capelli color lampone gli solleticano il naso mentre braccia nude lo stringono così forte da mozzargli il fiato. Non sapendo dove mettere le mani, Armin si ritrova a tenerle goffamente sollevate a mezz’aria.

La ragazza si allontana di scatto, continuando a tenerlo per le spalle. Ora che può guardarla meglio, è più adulta di quanto il top e i pantaloncini gli avevano fatto credere. Non sono vestiti adatti ai primi di marzo ma non sembra sia il freddo a corrugarle la fronte.

Lo fissa negli occhi e quasi urla: – Armin, mi dispiace! –
Continua affannata, le parole che si accalcano una sull’altra: – Mi dispiace! Non sono stata attenta e… Ti giuro che andrà tutto bene! Vedrai che andrà bene! Andrà bene però devi assolutamente andare avanti o giuro, giuro che_ – Si interrompe all’improvviso.

A questo punto, Armin ha gli occhi grandi come piatti. Non ha la minima idea di chi sia ‘sta qui.
Anche se fosse una collega di suo padre o un’amica di sua madre, di cosa si sta scusando così disperatamente?

Stavolta la voce della donna esce in un soffio. – Aspetta un secondo. Perché sei… – Qualsiasi cosa realizzi guardandolo in viso, la fa impallidire di colpo.
Boccheggia un paio di volte prima di riuscire a parlare. – Oh merda. Merda, ho sbagliato, merda, come ho fatto a sbagliare? Guardati, avrai sì e no quindici anni_ –

– Sedici. – la corregge storcendo la bocca.

La donna non sembra averlo sentito. – Ommerda, è per questo che… Anche a scuola! È perché avrei sbagliato anno! Argh, cos’è, la predestinazione che mi conferma di essere una stupida?? Ma stiamo scherzando!! –

Le labbra di Armin si stiracchiano in un sorriso incredulo. Non capisce cosa stia succedendo ma questo farneticare è in qualche modo… intrigante? Potrebbe stare a guardarla gesticolare e imprecare per ore.
Questa tipa è matta.

La rossa si costringe a calmarsi. Toglie le mani dai capelli per coprirsi il volto mentre riprende fiato. Ha le guance arrossate quando torna a guardarlo. Gli schiaffa le mani sulle spalle e conficca gli occhi scuri nei suoi.
Armin si accorge solo adesso che è leggermente più bassa di lui.

– Lo so che non ti sembrerà avere senso però ascolta quello che ti dico adesso e tienilo bene a mente. – lo ammonisce senza nemmeno dargli il tempo di annuire. – Per prima cosa, mi dispiace tantissimo. Davvero, davvero tantissimo. Se avessi potuto… – Lascia la frase in sospeso e scuote la testa, passando oltre. – Per seconda cosa, NON È COLPA TUA. Ora che ho fatto ‘sto casino capisco perché fossi così strano, però non è colpa tua. Non pensarlo mai per nessun motivo o GIURO che non ti perdono! – Punteggia la sorta di minaccia scuotendolo per le spalle.

Questa preoccupazione aggressiva ricorda un po’ Alexy, però nemmeno l’ipotesi che sia una sua amica regge.
Di che accidenti dovrebbe sentirsi in colpa?

Armin sobbalza quando si sente prendere il volto da mani gelide. Gli occhi neri della donna lo inghiottono.
– Infine, la cosa più importante è che ti amo! Ti amo, ok? Ti amerò sempre, Armin. –

Il cuore gli sobbalza in petto.
Gli manca il fiato e sente i palmi delle mani coprirsi di un velo di sudore. Cosa sta dicendo, questa pazza?

Le nuvole si scostano dal sole. La luce rimbalza sul cofano di un’auto e acceca Armin per un istante.
Quanto basta perché la donna dai capelli rossi svanisca.

Armin rimane imbambolato a fissare il punto in cui un attimo prima c’erano occhi scuri pieni d’amore.
Quando finalmente si riscuote, si volta di scatto per guardarsi intorno. Il marciapiede non è deserto, eppure nessuno gli sta facendo caso. Nessuno pare aver notato una donna sbraitare e poi sparire nel nulla.

Abbassa lo sguardo confuso sui propri piedi. Non sembrava una visione ma cos’altro avrebbe potuto essere? Si appoggia con la schiena ad un palo della luce, per metabolizzare quel che è successo. Gli fa male il petto. Sente che non sarebbe corretto continuare la sua giornata come se nulla fosse.

 

—O—

Dopo un anno, Armin ripensa di rado a quel pomeriggio. Sono successe molte cose nel frattempo: sua madre si è licenziata, Alexy ha fatto coming out –anche se per come l’hanno presa, quei due genitori diabolici già lo sapevano–, è uscita una nuova generazione pokemon e si sono trasferiti.
A detta di Alexy, il nuovo liceo è pieno di gente interessante. Armin non è ancora riuscito a staccarsi dal DS quindi non saprebbe dire.

Solo quando batte la lega per la tredicesima volta decide di aver spremuto per bene questo gioco ed alza gli occhi. Le lezioni sono finite da un pezzo. Oltre a lui, in classe c’è solo una ragazza dai capelli neri e le punte blu. È piegata a scarabocchiare qualcosa su un quaderno, così concentrata da non notarlo, e di qualsiasi cosa si tratti, le sta dando del filo da torcere.

– Ma merda! – impreca di colpo gettando indietro la testa per ringhiare al soffitto.

Armin resta a fissarla finché lei non se ne accorge. Gli occhi neri su posati di lui vengono attraversati da stupore, imbarazzo e infine irritazione.

È la tizia dell’anno scorso. Quella che si è scusava a non finire e gli ha detto di amarlo.
Solo che non è un’adulta, non ha i capelli rossi e non lo riconosce; è evidente dall’aspro: – Che hai da guardare? – che gli scaglia.

Anni di videogiochi e serie tv gli hanno donato una mente aperta, quindi è relativamente facile accettare di aver incontrato la versione futura di questa ragazza, un anno fa.
Armin sente un sorriso allargarsi sul suo viso contro la sua volontà. Era certo  che il viaggio nel tempo fosse possibile!

Adocchia il quaderno della ragazza, aperto ad una pagina coperta di frecce e cerchi in mezzo agli appunti. Anche se suonerà strano dato che lei ancora non lo conosce, non resiste alla tentazione.
– Hai fatto un altro casino? –

La relazione con Suzy non comincia nel migliore dei modi.

 

—O—

Otto anni dopo averla incontrata al liceo e al terzo anno di convivenza, Suzy torna a casa con i capelli color lampone.

Armin aveva completamente smesso di pensare alla prima volta che l’ha incontrata. Gli anni dell’università sono stati pura follia e ogni giorno insieme a Suzy è divertente, interessante e piacevole.
Aveva smesso di pensarci ma vedendola col nuovo look, realizza cosa gli è sempre sfuggito.

Adesso è nervoso ogni volta che la saluta, ogni volta che la lascia sola o non può vederla. Suzy lo conosce abbastanza da accorgersene. Quando gli domanda se va tutto bene, Armin non riesce a risponderle. Arriva perfino a chiedere ad Alexy di parlargli, però neanche il suo gemello riesce a spillargli niente.

Suzy non è magica e non viaggia nel tempo, o glielo avrebbe detto. Quella che ha incontrato a sedici anni era venuta a dirgli addio.
Solo che aveva sbagliato anno.

Sarebbe esilarante se non significasse che sta per perderla.

Armin non sa cosa fare.
Forse dovrebbe dirglielo, forse dovrebbe provare… ad impedirlo, in qualche modo. Non vuole perderla. Non vuole rinunciare a nulla di lei; non a come si arrabbia, non a come lo bacia e non a come sorride.
Se non farà niente, finirà davvero per pensare che è colpa sua, a scapito di quanto gli ha detto nel passato.

D’altra parte però, non si gioca col futuro. Nell’attimo in cui l’ha incontrata per la prima volta, l’aveva già persa.

Armin non sa cosa fare.

 

—O—

La perde i primi di marzo.

Gli viene detto che è stato un incidente ma Armin sa che non è così. È stato l’universo che ha fatto ordine, che ha appianato le piccole grinze nel continuum. Non c’è stato nulla di accidentale.

Lui però avrebbe dovuto provare ad impedirlo.

 

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