BLOOD IN ROSES PROLOGO
Questo articolo contiene la traduzione del prologo della prima stagione del gioco “Blood in Roses +”. La mia protagonista si chiama Ariel, quindi quando vedrete questo nome si tratta di lei. Spero la troverete utile e cercherò di essere più precisa possibile! Per qualsiasi appunto o correzione, non esitate a scrivermi! Blood in Roses Prologo!
Prologo 1:
Questa è una storia di molto tempo fa. Si svolse in un castello misterioso punto di incontro di due mondi–
Uno di questi mondi, chiamato “Lorraine”, dove vivevano gli umani privi di poteri magici. Le persone erano riunite sotto un unico re e vivevano seguendo le leggi della corona.
L’altro mondo, “Reichdole”, dove vivevano le creature dotate di poteri oscuri. Non avendo un re che li governasse, conducevano una vita all’insegna dei loro desideri.
Tuttavia, tra gli abitanti che vivevano liberi nell’oscurità apparve una razza con un enorme potere.
I vampiri–
Cominciarono a gestire e controllare il “sentiero” che permetteva di viaggiare da un mondo all’altro.
Dopo diverse migliaia di anni dalla comparsa dei vampiri, soltanto pochi umani erano a conoscenza dell’esistenza delle creature oscure.
E anche “lei” conduceva una vita tranquilla in un piccolo villaggio.
Finché realizzò il suo destino, ossia–
Prologo 2:
Primo giorno:
Ariel: N-no! Fermi! State lontani da me, o mi staccherò la lingua con un morso!
???: Che ragazza cattiva…
Ariel: Non toccatemi!
???: Faresti meglio a non muoverti. Altrimenti, ti…
Ariel: Ugh!
Avvertii un dolore acuto al braccio.
Per un momento non riuscii a muovermi a causa del dolore.
Approfittando di questa opportunità, i due uomini si avvicinarono a me.
???: Piantala. Alcune persone proprio non capiscono quando è il momento di arrendersi.
???: Ora, sta ferma…
Ariel: No!
Mentre lottavo per liberarmi da loro, un rovo si avvinghiò attorno al mio corpo, pungendomi.
Ogni mio movimento mi provocava altre ferite, facendomi malissimo, ma non potevo smettere di tentare la fuga.
(Non avrei mai pensato di finire in questa situazione…!)
Maledico la mia stessa curiosità dal più profondo del cuore.
Ho vissuto questi ultimi anni come strega di un piccolo villaggio di nome “Neuheim”, lontana dai miei genitori.
Molto tempo fa, si diceva che le streghe fossero simbolo del male.
Ma al giorno d’oggi la parola “strega” indica una “donna in grado di creare dei medicinali ed eseguire diversi tipi di incantesimi”.
In altre parole, produco medicinali e lancio incantesimi sulle persone… lo faccio quotidianamente.
Ci sono due cose che le donne della mia famiglia si sono tramandate per generazioni.
Un ciondolo portafortuna, e–
Il potere di “vedere nel futuro”.
Una scena dal futuro appare d’un tratto nella mia mente e poi sparisce. E’ una cosa piuttosto strana.
Non è niente di troppo elaborato, però – non riesco a controllare questo potere. Non posso decidere quando vedere nel futuro.
L’unica cosa che so è che ciò che vedo è qualcosa che senza dubbio accadrà ad un certo punto nel futuro.
Avevo notato che questo potere è diventato sempre più forte negli ultimi giorni.
Avevo avuto visioni molto più di frequente.
Ciò che avevo visto era una foresta nei pressi del mio villaggio.
Nel cuore della foresta, c’era un castello.
e… due uomini sconosciuti.
Ogni volta che apparivano le loro figure nella mia mente, sentivo una strana canzone.
Alla fine, non potevo più ignorare le visioni… e decisi di inoltrarmi nella foresta.
Abitante del villaggio: Ehi, Ariel. Sei bellissima, come sempre. Dove stai andando?
Ariel: Salve. Sto andando a raccogliere delle erbe medicinali.
Abitante del villaggio: Oh-oh. E’ troppo pericoloso andare nella Foresta delle Illusioni da sola.
Abitante del villaggio: Posso accompagnarti, se vuoi.
Ariel: No, ce la faccio da sola. Grazie, comunque.
Dopo aver scambiato due parole con quell’abitante, entrai nella foresta.
Sebbene fosse stato gentile e premuroso, non avevo alcuna intenzione di coinvolgerlo.
La Foresta di Idra — Le persone la chiamano “La Foresta delle Illusioni”.
E il nome dice tutto. Ben presto persi il senso dell’orientamento.
Circondata da alti alberi, cominciai a girovagare agitata e completamente persa.
(Accidenti… che posso fare.)
Le deboli luci che penetravano tra gli alberi, ora erano completamente sparite.
Il mio intuito mi stava consigliando di andarmene, ma non avevo la più pallida idea di quale fosse la strada da cui ero provenuta.
(Sono stata un’incosciente…)
Proprio quando stavo per cedere alla disperazione–
Ugh!
Lo scenario intorno a me è venne spazzato via da un bagliore fortissimo.
(Conoscevo questa sensazione…)
E’ ciò che accade quando vedo nel futuro.
Due uomini mi stavano fissando, in piedi di fronte a un castello.
Allo stesso tempo, cominciai a sentire una strana canzone.
(Questa voce… è la stessa canzone…)
Non appena mi misi ad ascoltarla con attenzione, divenne tutto nero di nuovo.
Dopo aver “visto” nel futuro, ho sempre le vertigini e il mal di testa.
Sapendo già che sarebbe finito presto, sedei accanto all’albero più vicino e feci un bel respiro per calmarmi.
(… Sto bene ora.)
Aprii gli occhi e mi accorsi che l’oscurità era diventata addirittura più densa.
Ariel: Non so dove andare…
Cercando di pensare a un modo per uscire da qui, mi guardai intorno.
Con la coda dell’occhio vidi qualcosa di nero che si stava muovendo.
(Che cos’è…?)
La cosa nera si stava dimenando nell’oscurità.
Gli andai incontro, incuriosita mentre quella cosa diventava sempre più grande.
(E’ forse un cumulo di qualcosa? No–)
Più che altro, notai i piccoli oggetti che si stavano raggruppando a formare quel cumulo.
C’erano molti puntini rossi al suo interno.
Ariel: … pipistrelli…?
Tutti i puntini rossi mi scorsero non appena aprii bocca.
Ariel: !!!
Realizzato che i puntini rossi fossero gli occhi dei pipistrelli, scappai nella direzione opposta rispetto quell’ammasso.
Corsi. Corsi con tutta la forza che avevo–
Una volta accertato che i pipistrelli non mi stessero più inseguendo, potei finalmente smettere di correre.
Avevo il fiatone a causa dello scatto. Non riuscivo a fare altro che riprendere fiato, con lo sguardo sui miei piedi.
Alla fine, alzai gli occhi da terra– e il respiro mi mancò di nuovo per via dello scenario che si è aperto di fronte a me.
C’era un vecchio castello che sembrava poter crollare da un momento all’altro.
Mi sembrò una specie di deja-vu.
Perché… io l’ho visto molte volte.
(Loro sono nel castello…?)
(La canzone viene da là dentro…?)
(Dovrei andare a vedere…)
Guardai il castello.
Strinsi il mio ciondolo, un tesoro di famiglia che mi era stato tramandato, nella mia mano per trovare il coraggio.
Poi, allunga lentamente la mano verso il cancello.
???: Ci sarà da divertirsi.
Ariel: Salve… Scusatemi…
La porta aprendosi mostrò un ambiente meraviglioso all’interno, a differenza dell’aspetto esterno.
Ariel: C’è nessuno?
Gridai ad alta voce, ma non rispose nessuno.
Il silenzio avvolgeva l’intero castello, e non c’era nemmeno l’ombra di una presenza umana.
(Nessuno abita qui…?)
(Eppure… sembra in ottime condizioni…)
L’entrata e i corrimano delle scalinate non avevano un briciolo di polvere.
(Potrei trovare qualcuno nelle altre stanze.)
Con un barlume di speranza, decisi di dare un’occhiata in giro nel castello.
???: Una ragazza umana, eh? Spero non causi problemi.
???: Cos’è questo odore delizioso? Wuu huu, non vedo l’ora!
???: …
???: Oh-oh. Non esagerare! Mi comporterò beneeeee.
Nonostante io avessi cercato per tutto il castello, non avevo ancora incontrato nessuno.
(Sono sola in questo enorme castello? E’ una cosa piuttosto inquietante…)
La mia debole speranza di incontrare qualcuno stava cominciando a svanire.
Ariel: Probabilmente dovrei uscire da qui.
Proprio quando mi voltai–
Ariel: Eek!
La luce delle candele che illuminavano l’entrata si spensero all’improvviso.
La mia mente si svuotò nell’oscurità più totale.
(E’ buio e ho così tanta paura…)
Una paura terribile mi stava dominando.
???: Ehi.
Ariel: !!!
???: Riesci a sentiiiiiirmi…?
Qualcuno arrivò alle mie spalle prima che me ne accorgessi e toccò la mia spalla.
Sebbene stessi cercando di trovare qualcuno che vivesse nel castello, questo incontro mi terrorizzò.
???: Ehi, non essere tanto nervosa.
???: Sembri davveeeeeero deliziosa, ma non ti mangerò per il momento.
Ariel: M-mangiare…?
Qualcosa di freddo e appuntito si poggi sul mio collo, terrorizzandomi.
(Un… co-coltello…?!)
Data la situazione in cui mi trovo, la parola “coltello” fu la prima a venirmi in mente.
Ariel: Ugh… Ahh…
Lui coprì la mia bocca con la mano per attutire il mio grido prima che uscisse.
???: Non fare baccano. Sarebbero guai per ME.
(Non… riesco… a respi-…)
Stavo cominciando a perdere coscienza.
Appena prima di svenire, sentii qualcosa cadere sul pavimento duro e dei passi che si avvicinavano a me.
Ariel: E… eh…?
(Ahi… sono… legata…?)
Quando aprii gli occhi, il mio corpo era intrappolato da un rovo che non mi permetteva di muovermi liberamente.
(Dove mi trovo…?)
Prologo 3
(Dove mi trovo…?)
Osservai la stanza: era piccola.
Ariel: Sembra una prigione.
(Una lama fredda era poggiata sul mio collo… e…)
Mi ricordai di quell’uomo che aveva tappato la mia bocca con le sue mani, impedendomi di respirare.
(E… che è successo dopo?)
Era normale che non ricordassi cosa fosse accaduto dopo che avevo perso conoscenza.
(Vorrei avere una visione proprio ora.)
(Vorrei almeno sapere cosa accadrà poi…)
Malgrado le mie speranze, non ero mai riuscita a controllare il potere secondo la mia volontà.
Ariel: Prima di tutto, devo fare qualcosa con questo rovo.
Proprio mentre mi ero mossa per liberarmi dal rovo–
???: E’ meglio che on ti muovi. Altrimenti le spine si infileranno più in profondità.
Ariel:… eh?
Rimasi scioccata dal vedere un uomo dal sorriso gentile entrare nella stanza.
???: Aspetta, Rupert.
Ariel: Non posso crederci…
Un’altra sorpresa nel vedere apparire un uomo biondo nella stanza, subito dopo l’altro uomo. Guardai ciascuno di loro.
(Loro sono…)
(… Li ho già visti molte volte nella visione.)
Ariel: Questo castello è vostro? Siete voi a cantare quella strana canzone?
Non riuscii a trattenere la mia curiosità e glielo chiesi, ma il ragazzo biondo mi rivolse un’occhiataccia, in tutta risposta.
???: Non ho dato il permesso di parlare ad un’umana schifosa come te.
Ariel: Cos–
Rimasi spiazzata dalla violenza delle sue parole.
???: Alfred! Anche se è un umana, devi essere gentile con le signore.
???: Ti ho detto di essere gentile con le signore.
???: Io sono Rupert e questo è Alfred. Ti prego di perdonare la scortesia del mio fratellino.
L’uomo che si era presentato come Rupert allontanò il ragazzo biondo e mi rivolse un grande sorriso.
Alfred: Hmph. Sei nato poco prima di me. Non cercare di apparire come il fratello maggiore.
L’uomo di nome Alfred a sua volta spinse via Rupert e mi guardò
Alfred: Hm. Penso che sia lei…
Rupert: Esatto… ci vedo qualche somiglianza…
Non avevo idea di cosa stessero parlando.
Alfred: Se riuscissi mia succube.
Ariel: Succube…?
Alfred: Sta zitta, umana. Il tuo unico compito è quello di offrire il tuo sangue.
Ariel: Ngh!
Pronunciò quelle parole crudeli con uno sguardo freddo e affilato. E di nuovo, mi lasciò senza parole.
Rupert: Alfred… *sospira*
Rupert mi ha mostrato un sorriso accennato stavolta, come se si fosse rassegnato ai modi del fratello.
Rupert: Sono profondamente dispiaciuto per la sua maleducazione. Di solito si comporta meglio di così.
(Lui sembrava un po’ meglio del ragazzo biondo tanto scortese con me…)
(Ma “offrire il tuo sangue”? “Succube”? “Somiglianza”? Sono proprio strani…)
(Prima di tutto, perché sono legata…?)
Così tante domande mi vennero in mente. E i rovi mi stavano torturando pungendo la mia pelle.
Sentimenti diversi, mescolati gli uni agli altri. Tra questi, la rabbia cresceva sempre di più, e cominciai a parlare.
Ariel: Mi avete portato voi in questa prigione?
Rupert: Non sono stato io a trasportarti qui, ma ho ordinato a qualcuno di farlo.
(Ordinato? Pensavo che lui fosse un gentiluomo dal modo in cui parlava, ma non posso più fidarmi di lui…)
(E’ vero che sono io nel torto per essermi introdotta neo castello, ma legarmi con questi rovi è una follia!)
(Voglio andarmene da questo castello inquietante… voglio liberarmi di loro.)
(Per prima cosa… devo liberarmi dai rovi e uscire dalla prigione.)
(E’ così frustrante, ma sembra che io non abbia altra scelta se non quella di implorare questi due uomini davanti a me…)
Ariel: Io sono Ariel. Chiedo scusa per essermi intrufolata nel castello.
Ariel: Quindi, per favore, aiutatemi a liberarmi dai rovi. Sono certa che vi dispiaccia di fare del male ad una donna, no?
Rupert: Capisco. A me non piace guardare una donna legata davanti a me.
Rupert: Tuttavia…
Rupert non ha terminato la frase ma, anzi, mi ha mostrato un ghigno malefico.
Rupert: Gli esseri umani sono delle creature molto furbe.
Rupert: Mi dispiace, ma non possiamo lasciarti libera.
Rupert: Lascia che te lo dica. L’unico modo in cui potresti liberarti è…
Rupert: … dandomi il tuo sangue.
Alfred: … dandomi il tuo sangue.
Sono certa di aver sentito un brivido su per la schiena all’udire quella stessa frase pronunciata in contemporanea.
Prologo 4
La loro richiesta terrificante mi riportò alla realtà, come se fino ad ora avessi ricordato eventi accaduti in passato.
Alfred: Sei coperta di sangue…
Ariel: Ugh!
Mi afferra per la mano mentre io mi dimeno disperatamente.
Ariel: Tieni giù le mani!
Alfred: Mi sto stancando.
Dopo aver mormorato, Alfred avvicina il mio polso alla sua bocca.
Ariel: Fermo!
Tutto il mio corpo trema mentre lui lecca il sangue sul mio polso.
Alfred: Sangue dolce, eh…?
Le sue labbra sono bagnate dal mio sangue mentre sorride in modo malevolo.
Ariel: Per favore! Lasciami andare!
Sono spaventata a morte non conoscendo le sue intenzioni.
Ariel: Sta lontano da me!
Più lotto, più le spine si infilzano nel mio corpo.
I miei vestiti, la mia pelle, il mio viso… ero tutta ricoperta di ferite dolorose.
Rupert: Ti ho detto mille volte di non muoverti.
Rupert mi parla gentilmente.
Ma… io so che nemmeno lui è dalla mia parte.
Rupert: Oh cielo, una signora non dovrebbe graffiarsi il suo bel visino.
Con uno sguardo triste, si morde un polpastrello.
Ariel: R… Rupert…?
Non ho idea di cosa intendesse fare, finché non urlo forte per capirlo.
Rupert applica il sangue dal suo polpastrello sul taglio sul mio polso.
In un istante, la ferita scompare miracolosamente.
Rupert: Guarda, la tua faccia…
Il sangue di Rupert viene applicato anche alle ferite sul mio volto.
Sebbene non riesca a vederlo coi miei occhi, sono sicura che le ferite si siano rimarginate immediatamente.
Da strega, conosco la razza in grado di guarire le ferite in un istante col proprio sangue.
Le parole di Alfred per avere il mio sangue e il sangue di Rupert che ha curato le mie ferite. Loro devo essere…
Ariel: Vampiri…
Il mio monologo viene presto confermato.
Rupert: Non te l’avevo detto? Io e Alfred siamo due vampiri.
Alfred: Devi sentirti onorata di essere desiderata da noi.
Così dicendo, Alfred allunga la sua mano per scoprire la mia spalla.
Ariel: N-non…
Mentre mi dimeno, il mio corpo viene trafitto ancor più dalle spine.
Alfred: Comportati bene.
Il mio corpo trema mentre lui sussurra la mio orecchio, e mi ritrovo immediatamente paralizzata.
Alfred: Ecco, ora sì che fai la brava.
Lui scompiglia i miei capelli e sento il suo respiro sul mio corpo.
(Ahi…!)
Dei dolori acuti mi colpiscono contemporaneamente sul lato sinistro del collo e sulla spalla destra.
Ariel: Ahh…
La sensazione penetra la mia pelle. So che si tratta dei loro denti senza bisogno di guardarli.
Il mio sangue si raccoglie nei punti in cui si sono infilati i loro denti.
Rupert: Oh…
Udendo un sospiro dolce provenire dalla mia destra, mi volto in quella direzione per vedere Rupert, i cui occhi rossi stavano osservando, fissi su di me.
Lui prende la mia mano e lecca la ferita sul mio dito.
Rupert: Non ho mai assaggiato sangue così dolce. Finirò per diventarne dipendente…
Sussurrando nel mio orecchio, comincia a succhiare dal mio dito.
Ariel: Fermi…
Alfred: No, non ancora…
Ariel: Ugh!
Un altro dolore acuto mi percorre sul lato sinistro del mio collo.
Rupert: A… ancora un po’…
Ariel: Aaaahhhh!
I denti di Rupert penetrano nel segno del morso che mi aveva già fatto e da lì succhia dell’altro sangue.
Ariel: Per favore, ora fermatevi…
(Dovrei… sentire solo tanto dolore.)
(Ma, c’è di più che semplice dolore.)
(Che… cos’è questa sensazione…?)
Mentre il mio sangue viene succhiato, comincio a perdere conoscenza.
Lentamente perdo la capacità di pensare…
Poi, tutto si fa nero davanti ai miei occhi.
Prologo 5
???: Sve…glia… Sve…glia.
Ariel: Hmmm?
Sento qualcosa di ruvido sfiorare la mia guancia e lentamente apro gli occhi.
Un soffitto mai visto… una stanza mai vista… e un gatto.
Ariel: Di chi era quella voce…?
Seduta sul letto su cui ero distesa, mi guardo intorno.
(Pensavo di aver sentito qualcuno che mi stava parlando…)
Ma non c’è nessuno nella stanza, a parte me.
???: Bene, riesci a muoverti.
Ariel:?!
(Mi sono appena assicurata che non ci fosse nessuno nella stanza, però…)
Ariel: Perché…?
Guardo nella direzione da cui proveniva la voce. C’era un gatto seduto davanti a me.
Ariel: Un gatto… per caso…
???: Sì. Esatto.
Sento la stessa voce provenire da dove era seduto il gatto.
Ariel: E tu chi sei?
???: Sono un gatto che vive in questo castello. Alcuni mi chiamano Spade
Ariel: Non ho mai incontrato un gatto in grado di parlare la lingua umana prima d’ora.
Se non avessi saputo di trovarmi in un castello di vampiri, non avrei mai creduto alle sue parole.
(Ne ho vissute di tutti i colori e mi lascio sorprendere da un gatto che parla.)
Spade: Possiamo discutere dopo della mia capacità di parlare. Qui il problema sei tu.
Ariel: Io?
Spade: Ricordi che due fratelli vampiro hanno succhiato il tuo sangue?
Ariel: Sì…
(Come posso dimenticarlo?)
Il dolore dei denti infilzati nella mia pelle… e quell’indescrivibile sensazione…
Spade: Hanno provato a dominarti.
Ariel: Sì… lo so. Quindi…
(Mi sono trasformata in un vampiro…)
Mi rattristo all’improvviso di fronte alla realtà delle cose.
Spade: Non abbatterti! Non sei ancora diventata loro succube.
Ariel: Eh?
Spade: Sei ancora umana. Ma…
Ariel: Quindi, non sono ancora un vampiro!
Prendo in braccio Spade, sopraffatta dalla gioia.
Spade: Non cantare vittoria ancora. Ascoltami bene.
Lo metto giù mentre lui si dimena tra le mie braccia.
Spade: Sembra che tu provenga da una discendenza molto speciale.
Spade: Ora sei a metà tra la natura umana e quella di vampiro.
Ariel: Ciò significa che… alla fine mi trasformerò in un vampiro?
Spade: Sì. Esattamente.
Spade conferma la mia domanda annuendo e mi fissa serio.
Spade: Ti restano dieci giorni. Trova il Giardino della Rosa da qualche parte nel castello in questi dieci giorni.
Spade: Le rose che fioriscono in questo castello hanno dei poteri mistici.
Spade: Bevendone la rugiada, verrai purificata dalla maledizione dei vampiri.
(Trovare il Giardino della Rosa in dieci giorni…)
Ariel: Perché sei così gentile con me?
Spade: Perché tu non dovresti diventare un vampiro.
Spade: Non so come aiutarti, ma continuerò a sostenerti, se vorrai.
Ariel: Grazie, Spade.
Non so perché Spade conosca tutte queste cose, ma sono comunque sollevata nel sapere che ci sia qualcuno che voglia aiutarmi in questo castello di vampiri.
(Troverò il giardino e me ne andrò da questo castello come umana.)
Non appena prendo questa decisione, sento bussare alla porta.
Continua…